MARIA VALTORTA

Nei giorni precedenti al diluvio, gli uomini mangiavano, bevevano, si sposavano, si accasavano, senza darsi pensiero del segno sino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e si aprirono le cataratte dei cieli e il diluvio sommerse ogni vivente e ogni cosa. Anche così sarà per la venuta del Figlio dell’uomo

BIOGRAFIA

Nacque in Campania da genitori lombardi. Il padre era ufficiale di cavalleria e la famiglia Valtorta traslocò diverse volte, prima di stabilirsi definitivamente a Viareggio. La condizione familiare piuttosto agiata permise alla giovane Maria di frequentare il Collegio “Bianconi” di Monza, dove ricevette un’educazione classica, segnalandosi soprattutto per l’eccellente padronanza della lingua italiana. Ma, prima ancora della conclusione degli studi, la sua vita fu segnata dai primi scontri con la madre, la quale infranse il suo sogno di sposarsi. Dopo la battaglia di Caporetto decise di entrare nel corpo volontario delle Infermiere Samaritane; per diciotto mesi si prodigò a curare i soldati italiani feriti nell’Ospedale militare di Firenze. Nel 1920 subì una aggressione da parte di un giovane sovversivo il quale, sferrando un forte colpo alle reni con una spranga di ferro, le lesionò la spina dorsale: questo fu l’inizio di un interminabile calvario medico che, nel 1934, la vide infine costretta a letto, semiparalizzata dalla vita in giù. Nonostante le crescenti difficoltà, Maria Valtorta si dedicò interamente all’approfondimento della fede cristiana cattolica, anche come delegata dell’Azione Cattolica, finché glielo permisero le sue forze. La lettura dell’autobiografia di Teresa di Lisieux, Storia di un’anima, fece maturare in lei la decisione di offrirsi come anima-vittima: «vittima d’Amore prima, per consolare l’Amore divino che non è riamato, e poi anche di Giustizia, per la salvezza delle anime e del mondo.»(Maria Valtorta) Sopraggiunta la paralisi, pensò di dedicarsi alla scrittura e abbozzò un romanzo a sfondo autobiografico, che non venne mai pubblicato. Negli anni successivi alla sua esperienza mistica la stessa Maria Valtorta, fece bruciare il suo lavoro.  Nel corso del 1943, la sua vita, che ella credeva ormai prossima alla conclusione, infatti, conobbe una svolta radicale.

Nel giugno del 1942[3], incontrò un sacerdote servita, padre Romualdo Maria Migliorini[4], ex-missionario destinato al convento di Viareggio; questi divenne il suo direttore spirituale e all’inizio del 1943 le chiese di scrivere la propria autobiografia. Maria, superata l’iniziale riluttanza a rivangare un passato doloroso, accettò e nell’arco di pochi mesi riempì sette quaderni autografi. Profondamente devota a Maria Addolorata, entrò nel Terz’Ordine dei Servi di Maria il 25 marzo 1944, solennità dell’Annunciazione, proprio presso la comunità di Viareggio.

Il secondo e cruciale evento dell’anno si verificò il Venerdì Santo: il 23 aprile 1943 Maria avrebbe udito una “voce”, che pensò essere la voce di Gesù, la quale la induceva a scrivere, come sotto dettatura. Quel primo “dettato” segnò l’inizio di un’opera monumentale: tra il 1943 e il 1947, con “punte” fino al 1951, Maria vergò di getto, senza rileggere, senza correzioni, ben centoventidue quaderni autografi (che contengono tutte le opere diverse dall’Autobiografia), scritte a episodi, di getto e in contemporanea. Eppure, da quelle condizioni di salute e di lavoro – per di più aggravate dagli eventi bellici, che la videro anche sfollata – nacquero testi corposi e organici.

Ben presto, la presunta “voce” di Gesù — cui, nei “dettati”, si aggiunsero via via anche l’Eterno Padre, lo Spirito Santo, Maria Santissima e l’Angelo custode della scrittrice — indicò come principale la grande opera sul Vangelo, che, una volta completata, avrebbe visto descritta (in una serie di “visioni”) e commentata (nei “dettati” che accompagnano i singoli episodi) la vita di Gesù e Maria, dall’Immacolata Concezione fino all’Assunzione.

Padre Migliorini cominciò ben presto a formare copie dattiloscritte di quanto Maria andava scrivendo e anche a farle circolare, sebbene ella e anche questa “voce” fossero contrarie a qualsiasi divulgazione degli scritti prima della morte di Maria stessa. Tale divulgazione, tuttavia, attirò l’attenzione del Sant’Uffizio, che ordinò il ritiro di tutti i dattiloscritti in circolazione e il trasferimento a Roma di padre Migliorini, avvenuto nel marzo del 1946[5].

L’intera opera della Valtorta fu comunque sottoposta, per una sua valutazione e giudizio, all’allora pontefice Pio XII (vedi L’Osservatore Romano di venerdì 27 febbraio 1948[6]), il quale, dopo averla attentamente consultata, disse ai tre padri serviti che aveva ricevuto in udienza privata: «Pubblicate quest’opera così come sta; chi legge capirà». L’opera ha subito inoltre analisi da parte di molti teologi cattolici i quali dichiararono unanimemente che questa era assolutamente conforme alla ortodossia cattolica[8]. Il mariologo padre Gabriele Maria Roschini, fondatore della Facoltà Teologica Marianum di Roma e tra i maggiori mariologi del XX secolo, nel 1973 scrisse un libro intitolato La Madonna negli scritti di Maria Valtorta dove elogiava l’opera valtortiana e ricevette l’apprezzamento e la benedizione di papa Paolo VI per questo suo lavoro.

LE OPERE ISPIRATE

L'Evangelo come mi è stato rivelato

La raccolta comprende 10 volumi in cui e narrata la vita di Gesù, riportando episodi e fatti di vita quotidiana che non compaiono nei Vangeli canonici o che compaiono in forma ridotta. Maria Valtorta ha sempre sostenuto di non essere stata lei a inventare i nuovi episodi della biografia di Cristo, bensì di essersi limitata a descrivere minuziosamente le visioni di carattere mistico che ella sosteneva di avere e che riteneva esserle inviate da Gesù e dalla Beata Vergine Maria.

maria valtora EVANGELO
https://fondazionemariavaltorta.it/

 

I Quaderni

Maria Valtorta scrisse tutta una serie di visioni e dettati che sono stati raccolti in tre volumi dei cosiddetti Quaderni (I Quaderni del 1943, I Quaderni del 1944 e I Quaderni del 1945-1950). In essi sono contenute esperienze e riflessioni di carattere mistico e spirituale, oltre che teologico. Proprio per il loro carattere miscellaneo, non è agevole riassumerne i contenuti in maniera soddisfacente perché in essi confluiscono tutti gli scritti che non sono pertinenti al L’Evangelo come mi è stato rivelato, al Libro di Azaria e alle Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani. I brani sono raccolti in ordine cronologico e contengono ammaestramenti, dettati, visioni, tematiche teologiche e dottrinali, e anche episodi della vita personale che Maria Valtorta ha avuto in quegli anni, come ad esempio l’esperienza della “notte spirituale” durante la quale, tra l’aprile e il maggio del 1944 vive l’abbandono di Dio. Nel volume I Quaderni del 1945-1950 è presente un commento ai primi capitoli dell’Apocalisse, l’ultimo libro del Nuovo Testamento della Sacra Bibbia. Tra le altre sono presenti anche le visioni dei primi martiri cristiani a Roma, la visione delle stigmate di San Francesco d’Assisi, le apparizioni di Lourdes, e molte altre visioni di santi e sante della storia cristiana, nonché la visione di Satana, della fine del mondo, dei regni soprannaturali e di altre tematiche appartenenti all’escatologia cristiana.

Valtorta quaderni
https://fondazionemariavaltorta.it/