Il secondo e cruciale evento dell’anno si verificò il Venerdì Santo: il 23 aprile 1943 Maria avrebbe udito una “voce”, che pensò essere la voce di Gesù, la quale la induceva a scrivere, come sotto dettatura. Quel primo “dettato” segnò l’inizio di un’opera monumentale: tra il 1943 e il 1947, con “punte” fino al 1951, Maria vergò di getto, senza rileggere, senza correzioni, ben centoventidue quaderni autografi (che contengono tutte le opere diverse dall’Autobiografia), scritte a episodi, di getto e in contemporanea. Eppure, da quelle condizioni di salute e di lavoro – per di più aggravate dagli eventi bellici, che la videro anche sfollata – nacquero testi corposi e organici.
Ben presto, la presunta “voce” di Gesù — cui, nei “dettati”, si aggiunsero via via anche l’Eterno Padre, lo Spirito Santo, Maria Santissima e l’Angelo custode della scrittrice — indicò come principale la grande opera sul Vangelo, che, una volta completata, avrebbe visto descritta (in una serie di “visioni”) e commentata (nei “dettati” che accompagnano i singoli episodi) la vita di Gesù e Maria, dall’Immacolata Concezione fino all’Assunzione.
Padre Migliorini cominciò ben presto a formare copie dattiloscritte di quanto Maria andava scrivendo e anche a farle circolare, sebbene ella e anche questa “voce” fossero contrarie a qualsiasi divulgazione degli scritti prima della morte di Maria stessa. Tale divulgazione, tuttavia, attirò l’attenzione del Sant’Uffizio, che ordinò il ritiro di tutti i dattiloscritti in circolazione e il trasferimento a Roma di padre Migliorini, avvenuto nel marzo del 1946[5].
L’intera opera della Valtorta fu comunque sottoposta, per una sua valutazione e giudizio, all’allora pontefice Pio XII (vedi L’Osservatore Romano di venerdì 27 febbraio 1948[6]), il quale, dopo averla attentamente consultata, disse ai tre padri serviti che aveva ricevuto in udienza privata: «Pubblicate quest’opera così come sta; chi legge capirà». L’opera ha subito inoltre analisi da parte di molti teologi cattolici i quali dichiararono unanimemente che questa era assolutamente conforme alla ortodossia cattolica[8]. Il mariologo padre Gabriele Maria Roschini, fondatore della Facoltà Teologica Marianum di Roma e tra i maggiori mariologi del XX secolo, nel 1973 scrisse un libro intitolato La Madonna negli scritti di Maria Valtorta dove elogiava l’opera valtortiana e ricevette l’apprezzamento e la benedizione di papa Paolo VI per questo suo lavoro.